Adesso spuntano i documenti su Colcò, il canile da settecento bestioline. Ma, soprattutto, spuntano i numeri. Perché nel rifugio a un passo dall’aeroporto, gli amici a quattro zampe non potrebbero superare quota trecento, tetto massimo autorizzato dal Comune. Invece sono più del doppio. Non solo. A Olbia i randagi arrivano anche dal Medio Campidano. Eccola la convenzione tra amministrazione di Villacidro e Lida (lega difesa animali) che in città gestisce la struttura. Intanto si grida alla «notte choc» nel Borgo delle rose: «Hanno bruciato un cane». Almeno così, con una telefonata a L’Unione Sarda , la racconta un animalista. Ma ieri pomeriggio un esperto è andato lì, in via Labriola, e dice: «Quel randagio è solo una carcassa, in stato avanzato di decomposizione. Non può essere morto lunedì notte. E poi si vede che l’hanno investito, ha un fianco schiacciato».
CANILE FUORI MISURA Si sposta sui numeri la battaglia di Colcò, il canile fuori misura. Perché nel ’99, quando il Comune siglò la prima convenzione con la Lida, venne dato l’ok a un rifugio da 300 cani. Protocollo d’intesa rinnovato a dicembre 2009, per cinque mesi di autorizzazione, da gennaio a maggio 2010. A parte che il contratto è scaduto, ma nulla è cambiato sul tetto massimo di bestioline da ospitare. Invece i randagi sono diventati 700. A questo punto entra in gioco il Comune che dovrà portare le carte. Perché nell’accordo con la Lida, l’articolo 5 è chiaro: «I cani potranno essere concessi in adozione solo dietro apposita autorizzazione dell’amministrazione».
RANDAGI IN TRASFERTA Ma non finisce qui. A Colcò non zampettano solo animali abbandonati in città. La Lida è convenzionata con Villacidro, capoluogo del Medio Campidano. Intesa in nove articoli. È scritto: «Il trasporto dei randagi è affidato all’associazione “Movimento per la biodiversità”». Quanto basta per capire come mai il Municipio di Olbia dia alla Lida 170mila euro di fondi comunali, più altri 31mila dirottati della Regione. Totale: 201mila euro. Infatti: per legge un’associazione ha diritto a due euro giornalieri a cane che, in un anno, per 300 animali, vogliono dire 216mila euro.
NUOVE REAZIONI Intanto sul randagismo e la battaglia scoppiata dopo la proposta-provocazione dell’onorevole Pdl Gianfranco Bardanzellu («inceneriamo i cani»), prende posizione Sisinnio Piras, altro consigliere regionale Pdl, eletto a Villacidro. «Il collega Bardanzellu – dice – ha finalmente aperto il dibattito su un’emergenza che mai affrontata. Nelle nostre campagne, i randagi fanno razzie di greggi, mettendo in ginocchio le attività di tanti pastori. Per questo è necessario avviare una programmazione seria».
LA LIDA Si fa risentire anche la Lida, rimasta in silenzio un giorno dopo il j’accuse di Andrea Sarria. Lunedì, il veterinario presidente dell’Ordine a Sassari e Olbia-Tempio aveva puntato il dito contro le associazioni animaliste che «coi canili fanno i soldi e non sono certificate». Replica Cosetta Prontu, numero uno della lega olbiese. «Il nostro rifugio – scrive – ospita circa 700 cani, numero in continuo aumento grazie, soprattutto, ai non umani che abbandonano davanti ai nostri cancelli intere cucciolate. Ma ciò che maggiormente vuole l’associazione è un incontro urgente con Regione e ministero della Salute».
ALESSANDRA CARTA
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