Ha fatto gli onori di casa il Sindaco di VILLASALTO Giorgio Murtas, che dopo aver presentato il programma dei lavori ha analizzato il progetto e sottolineato la validità di questa iniziativa, finalizzata allo studio e al ripopolamento di questa specie autoctona in provincia di Cagliari. Lo stesso sindaco ha rimarcato l’importanza e il ruolo che ha svolto il comune di VILLASALTO, precludendo parte del suo territorio (2.500 ettari di bosco) all’attività venatoria. Difatti i progetti, quando validi, non trovano nessun ostacolo, anzi l’intera comunità dei cacciatori ha collaborato per la buona riuscita del progetto. È intervenuto successivamente l’assessore all’ambiente della provincia di Cagliari Ignazio Tolu, il quale si è soffermato soprattutto sul fatto che il territorio se viene gestito, può essere occasione di sviluppo e creare posti lavoro. Poi è stata la volta del Dirigente della Provincia Alessandro Sanna, il quale ha sottolineato la validità di questi progetti e le difficoltà che hanno a decollare queste idee, in particolare sotto l’aspetto economico. Infatti le risorse a disposizione sono veramente irrisorie e quindi ci sono mille difficoltà per avviare e portare avanti le iniziative di carattere politico ambientale. La Dott.ssa Silvia Contu (Ricercatrice – Borsa di ricerca del Centro Regionale di programmazione) ha illustrato le varie fasi del progetto che prevede l’introduzione dei mufloni e il loro ripopolamento, i censimenti e lo studio degli spostamenti all’interno dell’oasi del monte “Genis”. Infine è intervenuto Il Dott. Lucio Mandas, (veterinario dell’Ente Foreste – servizio Territoriale di Cagliari) che ha spiegato le difficoltà incontrate per poter monitorare gli animali e poter fare i prelievi per i controlli medici. Gli ostacoli da superare sono stati tanti, in quanto il muflone è un selvatico particolarmente forte, di conseguenza c’è voluta la collaborazione di uomini esperti per bloccare gli animali e fare i prelievi senza procurargli eccessivo stress e ferite. Al dibattito è intervenuto il presidente dell’ U.C.S. Bonifacio Cuccu, che ha elogiato l’iniziativa e il lavoro svolto, con l’augurio che il sacrificio dei cacciatori possa essere un giorno ripagato, magari introducendo il muflone come specie cacciabile. Ha rimarcato infine che i cacciatori con la tassa regionale e quella governativa contribuiscono in modo consistente anche per queste iniziative, ma purtroppo come spesso accade il nostro sforzo economico non viene utilizzato per questi progetti ma soprattutto per pagare i danni procurati dalla fauna selvatica. In certe zone i cervi e i cinghiali sono proprio un emergenza sociale, infatti sono causa di numerosi incidenti stradali. All’U.C.S. Unione Cacciatori di Sardegna arrivano molte lamentele da parte di capi caccia (Arbus, Cuglieri, Oliena, Orgosolo, Villagrande, Alghero, ecc.) che, vedono rovinate le battute di caccia ai cinghiali dai cervi o dai mufloni che se presenti, attirano l’attenzione dei cani portandoseli via; potete capire il malumore che serpeggia nelle compagnie di caccia grossa! In ogni caso è auspicabile, per il futuro, che le amministrazioni provinciali prendano in considerazione il fatto che gli unici preposti al prelievo di questi ungulati sono i cacciatori con la collaborazione dei tecnici faunistici.