I delfini del parco finiscono in tavola. Macellato un cucciolo catturato con una rete da pesca
L’esemplare è stato individuato da alcuni subacquei vicino alla spiaggia di Molara. Ora saranno intensificati i controlli nell’area marina.
I n Sardegna lo chiamavano su musciamu , filetto di delfino salato ed essiccato. Era un piatto tipico dei paesi di mare, ma da qualche tempo le norme di protezione ambientale vietano ai pescatori di dare la caccia ai delfini e ai cuochi di metterla in padella. Ma c’è qualcuno affezionato ai sapori proibiti. C’è la prova: lo scheletro di un cucciolo di delfino “macellato” e poi scaricato in mare lo hanno recuperato nei giorni scorsi gli uomini dell’Area marina protetta “Tavolara-Capo Coda Cavallo”. Galleggiava non molto lontano dalla riva nord dell’isola di Molara ed è stato affidato ai biologi del Crimm (Centro Ricerca Mammiferi Marini) di Porto San Paolo.
Il delfino ucciso era un esemplare molto giovane: una femmina che non aveva ancora raggiunto l’età riproduttiva. «Questo aspetto rende il gesto ancora più grave: uccidere una femmina quasi in età riproduttiva vuol dire danneggiare tutta la specie – dice Alberto Fozzi, zoologo e presidente del Crimm – Questo episodio suscita tante nuove preoccupazioni e il sospetto che il fenomeno della caccia ai delfini, anche in Sardegna, non sia mai scomparso. Speriamo che ora non si ripetano altri episodi».
Il cucciolo ritrovato a Molara, che appartiene alla specie più diffusa in tutta il Mediterraneo, probabilmente era finito nella rete di qualche pescatore. E piuttosto che essere rimesso in libertà, come spesso accade, è stato ucciso. Oppure è morto poco dopo essersi ritrovato in trappola, ma chi lo ha recuperato ha ben pensato di ricavare qualche bistecca. La prima segnalazione ai tecnici della riserva marina l’hanno lanciata alcuni subacquei impegnati in un’escursione nelle acque del parco. Hanno notato il delfino morto, si sono avvicinati e hanno scoperto che era stato “sfilettato” come un vitellino. Subito hanno lanciato l’allarme e i resti del mammifero sono stati recuperati dai biologi.
Dal parco marino di Tavolara ora invocano maggiori controlli. «Nonostante tutte le iniziative di conservazione e tutela, messe in atto dalla Rete regionale per la conservazione della fauna marina e da tutte le Aree Protette della Sardegna, ci troviamo a registrare un episodio di grave inciviltà – commenta il direttore dell’Area marina protetta, Augusto Navone – I nostri uomini intensificheranno i controlli, anche con la collaborazione della Guardia costiera e il Corpo forestale. Non possiamo accettare che altri delfini vengano uccisi per finire in tavola».
NICOLA PINNA
L’Unione Sarda