Caccia e politica, il pensiero di Giacomo Sanna, Presidente del Partito Sardo d’Azione – Ars Venandi

Caccia e politica, il pensiero di Giacomo Sanna, Presidente del Partito Sardo d’Azione

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Caccia e politica, il pensiero di Giacomo Sanna, Presidente del Partito Sardo d’Azione

giacomosanna

giacomosannabonifaciocuccu4modesto fenuOn. Giacomo Sanna , di recente al T Hotel c’è stata la presentazione dei candidati alle politiche del Partito Sardo d’Azione, nel suo intervento ha parlato dell’apertura del partito da lei rappresentato al mondo civile e all’associazionismo, nello specifico ha anche citato il mondo dell’ associazionismo venatorio ma quale è la posizione del suo partito su questo spaccato della società ?

 

Nel Partito Sardo d’Azione militano tanti cacciatori così come in altri partiti e mi risulta che siano impegnati, in modo serio e responsabile senza fare vane ed illusorie promesse, a difesa degli interessi della caccia dell’ambiente e del mondo venatorio in generale. Peraltro il tema della difesa della fauna e dell’indotto del mondo venatorio è all’attenzione di numerosi amministratori sardisti, cito ad esempio l’attività e le iniziative condotte in tal senso dal nostro consigliere Modesto Fenu in Provincia a Cagliari. Sottolineo inoltre che tra i nostro candidati al Parlamento c’è Bonifacio Cuccu, presidente dell’ Unione Cacciatori di Sardegna, tra le prime associazioni venatorie presenti in Sardegna.

 

Lei On. Sanna, che idea si è fatto della caccia ?

 

Contrariamente a quanti molti possono pensare ritengo che la caccia non sia uno sport, ma molto più semplicemente rappresenti la conservazione di un istinto che è bene che il genere umano non perda mai. Ritengo che la caccia, quando correttamente esercitata, sia un attività ricca di conoscenze che non possiamo permetterci di perdere al pari di altre, come, solo per fare alcuni esempi, ai metodi di coltivazione tradizionali e rispettosi dell’ambiente e dell’uomo, o alle abilità nel riconoscere e raccogliere le erbe e i frutti spontanei nel rispetto della natura.

 

Molte persone sono convinte che il Partito Sardo d’Azione sia nei suoi programmi contrario alla caccia e avverso il mondo venatorio, dalle sue parole sembrerebbe il contrario, è così ?

 

I nostri avversari si convincono di molte cose pur di non accettare e capire cosa oggi sta avvenendo nella società sarda. Questa infatti è sempre più attenta ed interessata ad un percorso legittimo di auto governo vero della Sardegna, dove tutte le decisioni, ad incominciare da quelle per il territorio e passando per l’ambiente, la caccia ed il mondo venatorio vengono assunte a casa nostra nel rispetto delle nostre peculiarità e nell’interesse dei sardi . In ogni caso affermare che il nostro partito sia contrario alla caccia è una contradizione in termini. I cacciatori, le loro famiglie, i lavoratori del settore e chi usufruisce dell’indotto, non sono forse una realtà della società e del Popolo Sardo da salvaguardare e tutelare come gli altri ? Aggiungo che l’attività venatoria, come ho avuto modo di spiegare precedentemente, racchiude in se importantissimi aspetti culturali, sociali, della tradizione e del mondo delle campagne, Il Partito Sardo d’Azione si batte per il rispetto e il recupero di tutta la nostra cultura identitaria.

 

Perché allora secondo lei ci sono così tante tensioni sull’attività venatoria e sul mondo della caccia?

 

Perché oggi sostanzialmente viviamo nella società delle contrapposizioni, mettere gli uni contro gli altri e dividere fa comodo a molti, si fanno tante chiacchere e dichiarazioni ma i problemi non si risolvono e rimangono tutti li sul tavolo. Nello specifico penso che tutti dobbiamo capire, cacciatori compresi, che è nostro dovere lasciare ai nostri figli e alle future generazioni una Sardegna migliore di quella che i nostri padri hanno lasciato a noi. Allo stesso modo di come è giusto considerare che la consistente riduzione della selvaggina e della fauna sarda non sono da ascrivere al regolare prelievo venatorio, bensì al bracconaggio, ai cambiamenti climatici, alla scomparsa, anche per mano dell’uomo, degli habitat naturali, al dilagare del randagismo e non ultima ad una insufficiente politica della Regione nelle azioni di ripopolamento della selvaggina. Resta un fatto che i cacciatori continuano però a sborsare tra i 6 e gli 8 milioni di euro di tasse e imposte. Queste cifre dovrebbero finanziare anche il ripopolamento e non mi risulta che ciò accada. Sarebbe opportuno affrontare queste tematiche con senso di responsabilità e concretezza piuttosto che fare proclami sulla chiusura della caccia, o peggio criminalizzando i cacciatori che rispettano le regola e il territorio.

 

Come pensa di ottenere questi risultati ? Con quali iniziative?

 

Personalmente sono convinto che serva confrontarsi e collaborare con chi conosce la materia e ci si dedica con passione come fanno da tempo, ciascuno nei rispettivi campi d’azione, gli amici Bonifacio Cuccu e Modesto Fenu, tenendo a mente due concetti chiave: la Regione riconosca i cacciatori come una risorsa, facilitando l’organizzazione anche di specifici corsi di formazione e riqualificazione sulla sicurezza e le tematiche ambientali di interesse specifico; pensare alla caccia come momento tradizione e identità. Serve coinvolgere i cacciatori nei progetti di ripopolamento e salvaguardia della fauna e sfruttare la loro conoscenza del territorio nella lotta agli incendi o in altre calamità, affiancandoli, dove sia utile alla Protezione Civile. Più in generale ritengo serva riscrivere la normativa regionale sulla caccia e sul ripopolamento e dotare la Sardegna di specifici istituti sardi che studino le dinamiche delle popolazioni di selvatici e i flussi migratori che la riguardano.

 

Se ciò si verificherà verranno risolti i più grandi problemi del mondo venatorio ma intanto che cosa si deve fare?

 

Bisogna crederci, come per tutte le cose e per tutti i grandi progetti a favore dei sardi.

 

La normativa Italiana, e nello specifico l’articolo V della Costituzione e la legge quadro di riferimento, la 157/92 non delega alle regioni le competenze in materia, questo come si risolve ?

 

Noi lavoriamo per l’indipendenza dei sardi e vogliamo che anche per i cacciatori serve una Sardegna dove le decisioni che li riguardano vengono interamente assunte da noi.

 

Presidente qual è la cacciagione che preferisce?

 

Dovrei restare un po’ più a dieta a tavola ma davanti al cinghiale dimentico l’impegno alla dieta ipocalorica. Mi piace in tutti i modi nei quali è cucinato nelle diverse zone della Sardegna. Un piatto sempre diverso ma sempre buono, anche questa è una cultura da salvaguardare e valorizzare.

 

 

 

 

 

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