Aggius 24/03/2019
Ore 7:00 del mattino, ATV “il muto di Gallura”, il sole inizia ad arrossire le pietre galluresi che fanno da cornice a quello che dalle premesse sembra essere un appuntamento con la storia, l’aria è frizzante ma si preannuncia una giornata perfetta per godere di questo angolo di Sardegna e dei suoi tesori.
L’arrivo alla spicciolata dei primi concorrenti, le voci amiche, il cameratismo venatorio accompagnano gli ultimi preparativi ma questo è solo il fiorire di un seme che ha richiesto mesi di passione, determinazione e sacrificio per poter germogliare.
Un gruppo di audaci, forse visionari, si sono ritrovati ad organizzare un evento unico a livello non solo regionale ma a livello nazionale o persino mondiale. Giuseppe Pranteddu, Alessandro Brighi, Matteo Luzzatti e collaboratori, nuotando contro corrente in un mare agitato, hanno gettato le basi per il primo trofeo con cani da ferma su cinghiale.
Per molti un’eresia, una follia, una bestemmia cinofila ma si sa, le critiche risultano facili nella certezza e al caldo della maggioranza. Eppure è innegabile che in Sardegna, e non solo qui, l’utilizzo di cani da punta nella caccia al cinghiale sia oramai una consuetudine tanto da non fare più notizia o creare scalpori.
I perché sono molti, vuoi una stanziale sempre più ridotta (in molte zone d’Italia di qualità spesso dubbia) vuoi calendari venatori ed eventuali ricorsi al Tar, vuoi una migratoria rappresentata sostanzialmente dalla sola beccaccia e, per qualche fortunato, dalle quaglie, appare evidente che l’appassionato di cani da punta cerchi di allungare il periodo di “utilizzo” del proprio ausiliare e preferisca impiegarlo piuttosto che tenerlo in recinto. Nel dire questo non cerco né consensi né giustificazioni, convinto che comunque non mancheranno le critiche, dico solo che ciò che oggi prendiamo come standard, come “codificato”, nasce sicuramente da esperimenti, da fallimenti e il risultato non è qualcosa di fisso e di immutabile ma qualcosa di fluido ed in continuo divenire. Qui non si tratta di snaturare un’attitudine di una razza ma di convogliare quell’attitudine su una preda “non convenzionale”. Si tratta anche della volontà di un gruppo di amanti del cane da ferma, cacciatori che dedicano energie, tempo e risorse per la loro passione e che trovano, nel cimentarsi in una gara con i loro colleghi, il premio e la ricompensa per la fatica profusa. Tutte cose che un cacciatore non può che condividere: dove c’è passione, dove c’è amore per ciò che si fa non si è mai in fallo.
Essendo una prima assoluta si è lavorato affinché ogni cosa potesse riuscire nel migliore dei modi, in primis stilando un regolamento di fatto del tutto simile a quello di una qualsiasi gara con cani da ferma; valutando quindi metodo di cerca, collegamento, stile di razza, presa di punto e ferma, correttezza sul selvatico ecc. Pregevole il lavoro di Andrea Piras che, chiamato a giudicare i partecipanti in un contesto non ordinario, con la sua competenza ha reso tutto apparentemente semplice e chiaro, dimostrandosi sempre all’altezza sia nella conduzione che nei giudizi.
La risposta del pubblico, in una prima fase timida, è stata buona fino a costringere l’organizzazione a qualche “no” dell’ultimo minuto; il plateau dei partecipanti è risultato infine rappresentato da 6 continentali e 8 inglesi. L’atmosfera è stata quella dei giorni migliori, il campo di gara ottimo: un recinto di 30 ha con sugherete e cespugli di rovo, buona presenza di acqua che, oltre a garantire il quotidiano benessere ai cinghiali, in questa occasione ha favorito i cani durante le prove, in special modo negli ultimi turni caratterizzati da temperature più elevate.
Come da prassi, si è provveduto al sorteggio dei turni: ogni batteria, alternativamente continentali/inglesi e costituita da due cani, ha avuto a disposizione 25 minuti per completare la prova ed essere valutata.
Ho avuto la fortuna di accompagnare il giudice in quasi tutte le batterie, vedere da vicino il lavoro dei cani, assistere a ferme e godere appieno ogni singola azione di caccia. Molti i momenti emozionanti come i due setter Red (di Ilario Spanu) e Gold (di Paolo Cugia), in ferma nel fitto di un roveto naso contro naso quasi a sfiorarsi, con il cinghiale a pochi centimetri; in quell’istante, mi son ritrovato a pensare che, se quel cinghiale avesse avuto le ali e invece di correre si fosse alzato a campanile tra le sughere, ogni dubbio residuo sarebbe svanito agli occhi del più scettico.
Non sono mancati i colpi di scena, quando tutto sembra facile ed ovvio arriva il colpo di genio, la pallina magica che con i suoi rimbalzi imprevedibili crea scompiglio: il cane Bora un korthals (di Davide Morelli), alla quarta batteria, si “inventa” i cinghiali con una ferma solidissima ai bordi del prato dove gli increduli concorrenti vocianti aspettavano il proprio turno.
La mattinata si è conclusa con tutte le batterie completate entro le 13:30, consentendo di godere in perfetto orario dell’ottimo pranzo a base di tipici prodotti galluresi preparato e servitoci presso il ristorante dell’azienda. Colmata la fame si è poi potuto procedere alla cerimonia di premiazione.
Ricchi i premi messi a disposizione dagli sponsor grazie all’organizzazione, all’armeria Brighunter, alla Trabaldo, alla Canicom e alla Mistermix.
La gara si conclude con queste classifiche per le due categorie:
INGLESI
1° Class. PUNTI 39 Ilario Spanu con Red (Setter)
2° Class. PUNTI 38 Paolo Cugia con Gold (Setter)
3° Class. PUNTI 37 Francesco Oppo con Messi (Setter)
4° Class. PUNTI 36 Roberto Bulla con Sheik (Setter)
5° Class. PUNTI 30 Giovanni Tilocca con Cos (Setter)
6° Class. PUNTI 27 Gianni Gaias con Kim (Pointer)
CONTINENTALI
1° Class. PUNTI 36 Davide Morelli con Bora (Korthal)
2° Class. PUNTI 34 Iginio Muzzo con Zoran (Kurzhaar)
3° Class. PUNTI 24 Antonio Arru con Delicara (Kurzhaar)
4° Class. PUNTI 20 Davide Morelli con Roko (Korthal)
5° Class. PUNTI 20 Leonardo Rubattu con Coban (Breton)
Si aggiudicano il 1° premio assoluto “il re del muto” il concorrente Ilario Spanu con Red (setter inglese), a loro va in custodia fino al prossimo anno, il trofeo realizzato dall’artigiano Alessio Mascia (Arkiles & Sonazzas) con la collaborazione del sottoscritto (Filu ‘e fogu).
Non mi resta che dare appuntamento al prossimo anno con la promessa che si potrà fare di meglio e la certezza che sarà un trofeo che potrà solo crescere.
Solo chi osa può vincere, chi non osa ha già perso in partenza!
Giuliano Milana
1 Comment
Davvero ottimi cani sopratutto Red di Ilario spanu complimenti a tutti.