L’utilizzo del linguaggio vocale è uno dei mezzi più comodi (per noi, invece il cane predilige l’utilizzo del linguaggio corporeo) per comunicare le nostre intenzioni e per condurre il nostro ausiliare.
L’uso scorretto di questo mezzo, però, può portare incomprensioni nel binomio uomo – cane, che possono portare l’ausiliare, a lungo andare, a ignorare le nostre direttive e a creare problemi tali da renderlo inservibile a caccia.
Quando utilizzare la voce?
La voce è uno strumento di cui non dobbiamo abusare, un’attenzione, un premio che il cane deve imparare a meritare: parlare eccessivamente al cane, in ogni momento, anche quando sta facendo qualcosa di sbagliato, ripetere in continuazione i comandi al cane per ottenere la sua attenzione, o peggio chiamarlo in continuazione anche quando è a un passo da noi, lo portano ad abituarsi a questi suoni che diventano poi un ronzio di sottofondo a cui l’animale si abitua e a cui presto non presterà più attenzione.
Usiamo la voce con parsimonia, rivolgendoci al cane solo quando è necessario, senza assillarlo ininterrottamente con ripetizioni di comandi, richiami immotivati, rimproveri e lodi a sproposito. Riserviamo i comandi per le giuste occasioni e utilizziamoli solo quando è strettamente necessario, in modo che siano sempre un qualcosa di occasionale, a cui il cane rivolgerà sempre la propria attenzione: non devono essere una cornice abituale che il nostro ausiliare impara a ignorare.
Come utilizzarla?
La tonalità e il volume con cui utilizziamo la comunicazione vocale, influenza particolarmente il modo in cui il cane risponde alle nostre direttive. Una tonalità bassa, nel richiedere qualcosa al cane, insieme a un basso volume della voce, lo predispone ad avere un comportamento più pacato e attento nei confronti dell’esercizio: evitiamo quindi di dare i comandi urlando anche col cane a guinzaglio (i nostri ausiliari possono sentire i rumori fatti dal movimento di un roditore sotto terra, quindi a breve distanza possono sentire pure le nostre richieste quasi sussurrate) e con tonalità alte (agitano il cane, e sono adatte solo a lodi utili per premiare e incoraggiare il cane, o per comandi riguardanti il movimento, ma sconvenienti per i comandi di stazione, quali il seduto e il terra).
L’utilizzo di un volume alto può essere giustificato solo nel caso il cane sia molto lontano da noi, in altri casi nei quali non può sentirci (per esempio se sta abbaiando o siamo in un contesto rumoroso), o in casi di emergenza in cui dobbiamo marcare bene il comando dall’inizio senza dover ricorrere alle ripetizioni; in tutti questi casi (tranne durante il riporto e il richiamo) il tono della voce deve essere estremamente basso, per non trasmettere al nostro ausiliare la minima insicurezza da parte nostra.
BERNARDINO DEIANA educatore cinofilo
Tel. 348 2838116