SINISCOLA. La proposta che Siniscola formula in materia venatoria è stata presa dai cacciatori in prima persona. All’incontro organizzato nei giorni scorsi sono intervenuti tutti i capo-caccia delle riserve comunali. In trenta hanno partecipato ai lavori, trovando soluzioni concrete per consentire alla selvaggina di riprodursi nel tempo. Siniscola ha deciso di puntare sulle zone di ripopolamento e cattura, che saranno sottoposte all’esame degli esperti affinché vengano inserite nel Piano faunistico provinciale, che verrà elaborato prossimamente. La fascia che va da Mandras sino a Montelungu, più l’area della zona industriale e il riservino all’interno dell’autogestita Mattaquita sono state considerate le località ideali per fermare le doppiette e consentire alle specie animali di riprodursi. Se la proposta verrà accettata, in queste zone non si potrà cacciare per alcuni anni, sperando che gli obiettivi vengano raggiunti. I capi-caccia, da veri esperti del territorio, hanno espresso liberamente la loro proposta. All’incontro hanno partecipato delegati di tutte le compagnie della cittadina, riserviste e non. A fare l’introduzione è stato il vicesindaco Franco Floris. È inoltre intervenuto il consigliere provinciale Pierpaolo Coronas. Non è la prima volta che i cacciatori affrontano la tematica. Già dall’anno scorso la compagnia autogestita Mattaquita ha chiuso la stagione venatoria anzitempo, per concedere agli animali più mesi per riprodursi. Il ricambio è stato però più lento del previsto: alla riapertura i carnieri sono rimasti vuoti. Servono nuove contromisure. I siniscolesi hanno deciso di proporre al Piano faunistico provinciale le zone di ripopolamento e cattura, gestendo il proprio territorio senza imposizioni «esterne». «Se la proposta passerà – spiega Franco Floris – nelle zone indicate si chiuderà la caccia per qualche anno. Col tempo, tuttavia, potrebbero anche essere modificate». «Sono soddisfatto del provvedimento – dichiara il consigliere provinciale Coronas – perché è stato formulato dai cacciatori. È stata una decisione collegiale e democratica». (salv.mart.)
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