Osservazioni al Piano Faunistico Provinciale di Sassari – Ars Venandi

Osservazioni al Piano Faunistico Provinciale di Sassari

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Osservazioni al Piano Faunistico Provinciale di Sassari

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 Al  Presidente della Provincia di Sassari Piazza D’Italia, 31 – 07100 SASSARI

 All’ Assessore all’Ambiente della Provincia di Sassari Piazza D’Italia, 31 – 07100 SASSARI

All’ Amministrazione Provinciale di Sassari Settore VIII Ambiente Agricoltura  Loc. Baldinca – 07100 SASSARI

All’ Amministrazione Provinciale di Sassari Settore IX Pianificazione e Programmazione Loc. Serra Secca  – 07100 SASSARI

All’ Ing. Antonio Zara  C/o Provincia di Sassari Settore VIII Ambiente Agricoltura Piazza D’Italia, 31- 07100 SASSARI

                             
OGGETTO: Osservazioni al Piano Faunistico Venatorio Provinciale di Sassari –
                       Pubblicato il 1 marzo 20013 – Richiesta di annullamento.

Movimento Sardo Pro Territorio, con sede a Tempio Pausania (OT), via Limbara 42B, Associazione registrata a Tempio il 20/12/ 2000, mod 1, C.F. e P.IVA 91024130907, in persona del Coordinatore Regionale e legale rappresentante pro – tempore Alessio Pier Giovanni Pasella, nato a Oschiri (SS) il 17/07/1955, residente a Tempio Pausania in via Limbara 42B, cacciatore, Libretto Personale per Licenza di Porto di Fucile n° 249798 –N, rilasciato a Tempio Pausania il 22/09/2010, nonché del Responsabile Provinciale di Sassari Piero Cossa, nato a Illorai (SS), il 01/04/1959 e residente a Ozieri in via Dessanay n° 3, Cacciatore, Libretto Personale per Licenza di Porto di Fucile n°487715 – N, rilasciato a Ozieri il 11/11/11;

Intende esprimere le seguenti osservazioni di merito al Piano Faunistico Venatorio Provinciale di Sassari, in particolare in merito alle fasi di formazione e approvazione del Piano Faunistico Provinciale appare che non si sia tenuto conto della legge nazionale 30 dicembre 1989 n° 439 (ratifica della Carta Europea dell’autonomia Locale firmata a Strasburgo il 15 ottobre 1985) la quale all’art. 4, comma 6, prevede che “le collettività locali dovranno essere consultate in tempo utile, ed in maniera opportuna, nel corso dei processi di programmazione e di decisione per tutte le questioni che le riguardano direttamente”. Il Movimento Sardo Pro Territorio in merito al metodo usato nelle varie fasi procedurali di formazione e redazione del Piano Faunistico Provinciale della Provincia di Sassari, in materia di informazione, partecipazione e consenso di tutti i soggetti interessati, chiede l’annullamento del Piano, perché non sono stati contattati gli attori principali del territorio, proprietari dei terreni interessati ricadenti all’interno di oasi permanenti di protezione faunistica e non, agricoltori, allevatori, cacciatori, non tutti i soggetti interessati sono stati coinvolti, come diverse associazioni anche venatorie, radicate in tutto il territorio della provincia di Sassari. Diversi soggetti portatori di interessi diffusi socialmente rilevanti che vantano una discreta presenza nel territorio non sono stati direttamente coinvolti, non sono stati invitati a partecipare alle varie riunioni, per la formazione, stesura e approvazione del Piano Faunistico Provinciale, dove si sarebbero potute presentare le proprie osservazioni e istanze. Risulta inoltre che nessun incontro è stato fatto con le popolazioni residenti, cacciatori, proprietari dei terreni, allevatori, agricoltori e con tutti gli addetti al settore agrosilvopastorale, tutti gli utilizzatori e fruitori del territorio, per fornire loro un’adeguata informazione al fine di un’ampia condivisione del piano. Ancora una volta la storia si ripete come avvenuto per la formazione, designazione di SIC e ZPS, redazione e approvazione dei loro piani di gestione, imposti dall’alto, senza informare ed ottenere il consenso dei proprietari dei terreni, dei cacciatori e di tutti i soggetti interessati compresi i comuni. La conferma viene dal fatto che nemmeno un sic e una zps, è stata formata, designata e classificata informando ed ascoltando coloro che abitano, lavorano e fruiscono del territorio. Molti Piani di gestione sic sono stati redatti senza consultare i cittadini interessati; infatti, dove sono i verbali delle conferenze di servizi?, dove sono i documenti degli obiettivi indicati dalle categorie sociali coinvolte dalle misure dei piani di gestione sic ai quali fa riferimento questo Piano Faunistico Venatorio Provinciale?, quale sviluppo locale?, quale forme di economia residuale? Si sono solo rivelati un bidone di vincoli, gli aspetti economici dei piani di gestione e gli interventi di sviluppo per sic zps sono trascurabili e del tutto lontani dalle indicazioni del piano d’azione per biodiversità della Commissione Europea. Il Sistema delle mega ZPS della provincia di Sassari e della Sardegna, previste nel Piano Faunistico è completamente incoerente e scarsamente incisivo per il destino della fauna della Provincia di Sassari e dell’Isola perché non contiene la tipologia ambientale dei corridoi ecologici, e nemmeno quelle relative agli ambienti fluviali, lacustri ed agricoli.

Il Piano Faunistico Provinciale è un piano calato dall’alto, non condiviso, tendente a innescare un pericoloso conflitto sociale nel territorio, perché gli attori principali del territorio non sono stati interessati, né informati, né coinvolti.

Il Piano Faunistico appare un piano approvato frettolosamente per evitare il rischio commissariamento sulla stesura dello stesso Piano Faunistico. Il Piano Faunistico risulta redatto in base ad una cartografia della Regione Sarda (Carta Corine) relativa all’uso del suolo  aggiornata al 2008 che non risulta in alcune parti corrispondente allo stato dei fatti e dei luoghi interessati ai rilievi. Da un’esame del Piano Faunistico appaiono evidenti errori nel calcolo della superficie agro silvo pastorale ed omissioni nelle individuazioni di aree urbane, di strade principali ed extra urbane che più volte vengono descritte o rilevate come aree agro silvo pastorali. Le Strade sono rappresentate in maniera lineare e quindi prive di superficie, comprese  rispettive pertinenze, attualmente considerate seminativi o pascolo e compresi anche i rispettivi cinquanta mt. di larghezza per lato per tutte la distanza, dove non si può cacciare. Moltiplicando la larghezza di molte strade come la SS 131, le pertinenze e le fasce per lato di cinquanta metri per tutta la sua lunghezza dove non si può cacciare, risulterebbero migliaia di ettari non solo in provincia di Sassari.

Il Movimento Sardo Pro Territorio Un piano faunistico Provinciale costato denaro pubblico che non risulta corrispondere alla realtà aggiornata attuale del territorio a causa di carte e dati che non risultano aggiornati, non può essere accettabile, condivisibile e sostenibile.

Il Movimento Sardo Pro Territorio Pertanto,chiede l’annullamento del Piano Faunistico Provinciale perché ritiene che qualsiasi atto di pianificazione debba essere formato, redatto e approvato in base ad una nuova redazione della cartografia con dati aggiornati, specifica e apposita per la redazione del Piano Faunistico, che corrisponda alla realtà territoriale, estraendo, le aree di tutte le strade esistenti nel territorio provinciale e le aree soggette dal 2008  sino ad oggi a urbanizzazione e trasformazione territoriale.

Un piano faunistico Provinciale costato denaro pubblico che non risulta corrispondere alla realtà aggiornata attuale del territorio a causa di carte e dati che non risultano aggiornati, non può essere accettabile, condivisibile e sostenibile e pertanto da annullare.

Il Movimento Sardo Pro Territorio in merito all’istituzione di nuove oasi, evidenzia che se create andrebbero a superare abbondantemente il territorio precluso all’attività venatoria, previsto dalle attuali normative. Si intende evidenziare inoltre che in merito al Piano faunistico, nella determinazione della percentuale di territorio che va dal 20{92dce438c795f1a06f7ba1ca02a686d07c7097ced88756a63b00584505aa4d25} al 30{92dce438c795f1a06f7ba1ca02a686d07c7097ced88756a63b00584505aa4d25} a oasi permanente di protezione della fauna per legge, non sono stati conteggiati tutti i territori come prescrive la legge (che hanno finalità ambientale ove comunque è vietata l’attività venatoria, anche per effetto di altre leggi o disposizioni). La legge quadro sulla caccia 157/92 art. 21 prevede che debbano essere inseriti in tali percentuali la fascia costiera di cinquecento metri dalla battigia del mare per milleottocentocinquanta Km. di costa. (Il conteggio della fascia costiera sarda è di oltre novantamila ettari). Risulta inoltre che in base alla legge nazionale n° 353/2000, art.10 sugli incedi boschivi, non sono state conteggiate tutte quelle aree boschive rurali attraversate dal fuoco negli ultimi dieci anni dove è vietata la caccia per dieci anni. Nel Piano Faunistico Provinciale non risulta  inserita e conteggiata la percentuale che riguarda il territorio delle oasi esistenti all’interno delle Autogestite;

 non risulta inoltre inserita e conteggiata la percentuale che riguarda il territorio della Provincia di Sassari in riferimento ai quattrocentosettantamila ettari di terre inquinate o potenzialmente contaminate esistenti in tutto il territorio Sardo. Dall’esame del Piano faunistico Venatorio Provinciale risulta inoltre che le zone Temporanee di Ripopolamento e Cattura risultano quasi sempre a ridosso di Aziende Agrituristico Venatorie, o di Oasi Permanenti di Protezione Faunistica e di cattura, o di autogestite, emerge inoltre un consistente ampliamento delle oasi permanenti di protezione faunistica di “San Giovanni” sita sul confine est del territorio comunale e della provincia che passa da una superfice di quattrocentoquarantanove ettari a tremilanovecentoottantanove ettari, l’ampliamento si sviluppa lungo il confine tra i comuni di Ozieri e Pattada e si estende per la maggior parte nel territorio del comune di Ozieri penalizzando cacciatori, proprietari dei terreni e addetti al settore agro silvo pastorale .

Inoltre l’oasi permanente di protezione faunistica di “Sa Costa” sita sul confine nord del territorio comunale di Ozieri passa da un’estensione di quattrocentosessanta ettari a cinquemiladuecentosedici ettari, l’ampliamento si sviluppa lungo il confine amministrativo di Ozieri con i comuni di Chiaramonti e Tula, si estende in gran parte sul territorio del Comune di Ozieri, penalizzando anche in questo caso cacciatori, proprietari dei terreni e addetti al settore agrosilvo pastorale . Per l’Oasi Permanente di Monte Minerva è previsto l’aumento a quattromilaseicentonovantacinque ettari, mentre per l’Oasi dell’Argentiera si prevede l’aumento a tremilaottocentocinquatasette ettari, a Castelsardo si prevede l’Istituzione di un’Oasi di novecento ettari, a Valledoria si prevede l’istituzione di un’Oasi di duecentodicianove ettari, ecc. ecc. Oasi tutte che se istituite sulla base di una cartografia e di dati non aggiornati, penalizzano chi possiede, vive, lavora e fruisce del territorio.

L’istituzione di nuove oasi permanenti di protezione faunistica e l’aumento di quelle esistenti, per la maggior parte ricadenti in terreni di proprietà privata, dove oltre ad essere impedita la caccia e penalizzare i cacciatori, se realizzate, si assisterebbe ad uno squilibrio faunistico con l’aumento di cinghiali e volpi che oltre a danneggiare le colture causerebbero un grave disaggio per i proprietari dei terreni interessati che otterrebbero in cambio scarse compensazioni con gli indennizzi per i danni subiti. La presenza massiccia di questi animali, oltre a danneggiare le colture, produrrebbe effetti negativi anche su tante specie di volatili e sulla fauna nobile stanziale.
Il Piano Faunistico Provinciale non risulta accettabile e sostenibile sul piano sociale e antropologico culturale, a causa di una legislazione nazionale 157/92 e regionale 23/98 inadeguata e nefasta, il piano sotto il profilo sociale con la previsione di circa ventisettemilanovecentosettantasette ettari di nuove oasi di protezione permanente faunistica, oltre ad essere penalizzante per i cacciatori è addirittura lesivo degli interessi dei proprietari dei terreni, degli allevatori, agricoltori e di tutti gli utilizzatori del territorio.

Il Movimento intende evidenziare che proprio nella Provincia di Sassari, a causa di Oasi e dei Parchi si sono riscontrati non pochi problemi in merito ai danni causati dai cinghiali e da altri animali dannosi, per cui tutto ciò dovrebbe far riflettere se sia il caso che ne vengano istituiti degli altri se non si è stati in grado di gestire quelli già esistenti. Inoltre, l’istituzione delle nuove oasi previste provocherebbe un deprezzamento dei fondi con grave danno per i proprietari e per il settore agrosilvopastorale e impoverirebbe ulteriormente il territorio già fortemente provato dalla crisi economica.

Il Movimento in merito al Piano Faunistico Provinciale di Sassari che prevede due A.T.C. ambiti territoriali di caccia, respinge l’istituzione degli A.T.C. Ambiti Territoriali di Caccia, sia a livello provinciale che regionale, sulla pelle dei cacciatori, dei proprietari dei terreni e di tutti gli addetti al settore agrosilvopastorale. La scelta d’istituzione di A.T.C. se applicata, oltre a ledere il principio della libertà, è in contrasto con lo spirito di aggregazione che deve essere messo in primo piano.

E’ intendimento evidenziare che l’esperienza degli A.T.C. nelle altre regioni della Penisola si è rivelata un fallimento sotto molti aspetti gestionali, tantè che esistono in tal senso varie proposte di modifica della Legge nazionale °157/92.

L’eventuale istituzione degli A.T.C. comporterebbe un ulteriore aggravio delle tasse a carico dei cacciatori, in quanto, oltre alle tasse previste per l’esercizio dell’attività venatoria, questi dovrebbero pagare anche una tassa per iscriversi al proprio A.T.C. di residenza, inoltre, i cacciatori iscritti agli A.T.C. dovrebbero pagare anche i danni causati dalla selvaggina; L’istituzione degli A.T.C. comporterebbe l’immediata cancellazione delle Zone Autogestite di caccia. 

Il Movimento Sardo Pro Territorio respinge l’istituzione di A.T.C. anche per le difficoltà che dovranno affrontare tutti i cacciatori che per motivi di lavoro risiedono fuori provincia, o quelli che abitano ai confini di due ambiti, scegliere un A.T.C. piuttosto che un altro rischierebbe di dividere famiglie e amici. Certo si ci può iscrivere (se si viene accettati) in tutti e due gli Ambiti. Facile a dirsi, ma bisogna sborsare soldi. Altro aspetto è che sempre più spesso si parla dell’abolizione delle Province per tagliare i costi, e invece si vogliono istituire nuovi enti carrozzoni, inutili e parassitari, con conseguente assegnazione di nuove poltrone di presidente, vicepresidente, e consiglio, ma a pagare saranno i cacciatori e i proprietari dei terreni che pagheranno sulla loro pelle il mantenimento degli A.T.C. e il prezzo amaro dei divieti, vincoli e i danni degli squilibri faunistici di cinghiali e volpi.

Analizzando poi la presenza dei cacciatori sul territorio, con l’ambito unico, come ci trova con la situazione attuale, emerge che i cacciatori si spostano liberamente da una provincia all’altra, ma solo in dati periodi dell’anno e limitatamente a certe specie cacciabili; se invece si dovessero istituire gli Ambiti Territoriali di Caccia, la presenza dei “forestieri” nel territorio “altrui” sarà costante e con un numero  di cacciatori più che duplicato rispetto ad oggi, Tutto andrebbe a discapito della fauna, in quanto i “forestieri” che si iscrivono al 2° Ambito lo devono fare sborsando fior di quattrini, quindi difficilmente si affezioneranno al territorio e anzi magari faranno razzie, come accaduto nella Penisola, dove ora anche i residenti sono costretti ad acquistare la selvaggina da pollaio per lanciarla la sera prima che si vada a caccia.

Il Movimento respinge con fermezza e determinazione il Piano faunistico venatorio provinciale anche perché l’attuale quadro normativo di riferimento (il più restrittivo d’Europa) non risponde alle esigenze del mondo venatorio, dell’intera provincia di Sassari e della Sardegna.

Il Movimento Sardo Pro Territorio in merito al Piano Provinciale Faunistico di Sassari, delle altre Province e al futuro Piano Regionale, rivendica una nuova legislazione aggiornata Europea che preveda una diversa filosofia e un diverso rapporto tra cacciatore e territorio; nessun piano può essere accettato, se prima non viene approvato un nuovo quadro normativo e legislativo che dia la possibilità di esercitare l’attività venatoria e di vivere anche, in tale modo, un particolare e significativo rapporto con l’ambiente naturale e di concretizzare una normazione di settore che contemperi efficacemente, in un moderno equilibrio, l’intersecazione di tale diritto, il rispetto tassativo dei diritti della proprietà privata, gli interessi del settore agrosilvopastorale e dell’ambiente, la tutela del ciclo riproduttivo delle specie animali. Un nuovo quadro Normativo e legislativo che preveda una diversa filosofia di un diverso rapporto tra cacciatore e territorio. Un rapporto che oggi deve essere reso più flessibile e non irrigidito in burocratici ambiti territoriali, in burocratici vincoli, divieti e confini di sapore “medioevale”. Il Piano Faunistico venatorio Provinciale che si integra con il Piano Forestale Ambientale Regionale e con il Piano Paesaggistico Regionale, succube della politica ambientale dei SIC, ZPS e parchi si allinea alla strategia vincolistica di paralisi e di imbalsamazione del territorio rappresenta l’ennesimo colpo al mondo venatorio, al mondo rurale, agrosilvopastorale del territorio della Provincia di Sassari e della Sardegna.

Il Movimento Sardo Pro Territorio ritiene che un Piano Faunistico venatorio provinciale che integri un Piano Faunistico Regionale deve essere adeguato alla nuova realtà sociale, ambientale e costituzionale ed alla nuova regolamentazione europea, inesistente al momento dell’entrata in vigore della legge quadro 157/92. Nel 1992 quando la legge quadro fece ingresso nel nostro ordinamento giuridico era stata adottata la direttiva n°79/409 CEE del Consiglio del 2 aprile 79 nota come “direttiva uccelli”, ma non aveva ancora visto la luce ne il documento <> varato nel 2001 dal cosiddetto <>, istituito ai sensi della medesima direttiva, né la guida interpretativa della stessa direttiva. Pertanto in merito al Piano Faunistico Provinciale di Sassari e di quello regionale, per esserci margini di condivisione e di credibilità, deve essere redatto oltre che in base a carte e dati aggiornati, soprattutto in base ad un nuovo quadro legislativo italiano aggiornato Europeo che non può non tener, pur nel rispetto dell’autonomia legislativa dello Stato, delle indicazioni e delle regole introdotte a livello comunitario.
Il Movimento Sardo Pro Territorio pertanto, respinge il Piano faunistico provinciale in presenza dell’attuale quadro normativo, legislativo nazionale e regionale e chiede  la radicale modifica:

Legge quadro nazionale sulla caccia 157/92; La L.R. sulla caccia in Sardegna 23/98;
Legge quadro nazionale sulle sui parchi e aree protette 394/91;

Legge regionale sui parchi e aree protette 31/89;
Decreto del Ministero Dell’Ambiente del 17 settembre 2007 sui criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a ZSC zone speciali di conservazione e Zone di protezione speziale ZPS;
RIPERIMETRAZIONE –Ricostruzione di una rete ecologica regionale adeguata per mantenere il grande patrimonio di biodiversità della Gallura e della Sardegna più credibile sotto il profilo scientifico, contenente tutte le tipologie ambientali previste dalla Direttiva Europea con un sistema di vincolo sperimentalmente provato e specifico per specie e habitat di ogni singola area, meno gravoso e con indicazioni e garanzie serie di sviluppo sostenibile, agricolo, forestale, turistico e artigianale dato che la perdita della biodiversità nel territorio della  provincia di Sassari e della Sardegna è da addebitare da un lato alla specializzazione ed alle colture intensive, dall’altro alla marginalizzazione ed abbandono delle attività agricole che hanno di fatto venir meno gli alimenti ed interrotto la catena trofica per molte specie, uccelli soprattutto.

MODIFICA Dell’elenco – inventario IBA (Important Bird Area) ai fini della riperimetrazione delle are ZPS e SIC, Parchi, e aree protette; Modificare l’elenco ed i perimetri dell’inventario IBA del 1989 della Commissione Europea significa porre rimedio a posteriori ai gravi errori in fatto di informazione, di partecipazione democratica e tutela effettiva di importanti tipologie ambientali nella biosfera Sarda, quelle veramente minacciate da degrado e distruzione ma che non compaiono nel sistema Sardo dei SIC, ZSC. ZPS;  

Il Piano Forestale Ambientale della Sardegna che si integra con il piano faunistico venatorio Regionale;

Il Piano Paesaggistico Regionale che si integra con il piano faunistico venatorio Regionale;

Il Piano Faunistico Venatorio Provinciale è l’ennesimo tassello del fallimento della politica ambientale, economica, culturale e sociale della Provincia di Sassari e della Regione Sarda.

Il Movimento Sardo Pro Territorio dice NO! al Piano Faunistico Provinciale di Sassari;

NO! agli A.T.C.

NO! alle nuove Oasi permanenti di Protezione Faunistica;

CHIEDE l’annullamento del Piano Faunistico Venatorio Provinciale di Sassari.

 

                              U.R.P.T.

MOVIMENTO SARDO PRO TERRITORIO

            Il Coordinatore Nazionale

                   Alessio PASELLA

                        

                             U.R.P.T.

MOVIMENTO SARDO PRO TERRITORIO

  Il Responsabile Provinciale di Sassari  

                       Piero COSSA

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