Gent.ma Signora,
Dott.ssa Donatella Spano,
Assessora alla difesa dell’ambiente, R.A.S.
Premetto che, raccogliendo l’invito della Presidentessa della Camera dei Deputati, On. Laura Boldrini, di coniugare al femminile quei titoli e quelle cariche, anche pubblici, che da sempre recano desinenze esclusivamente maschili, ho volutamente scritto “ Assessora “, perché sono convinto sostenitore della parità di genere.
Le scrivo nella mia veste di appassionato cacciatore, attività praticata quasi esclusivamente dagli uomini, con tutti i timori nel rivolgermi ad una donna, ma senza alcun pregiudizio ( di genere, appunto ).
Nonostante l’attività venatoria, nella storia dell’evoluzione della nostra specie, provenga dalla primitiva e principale occupazione di sussistenza dei nostri progenitori “cacciatori-raccoglitori” oggi siamo diventati passivi “consumatori” di porcherie da supermercato, nonché di mode gastronomiche “ultra-vegetariane” e “vegane”, accompagnate da ambientalismi da salotto e ipocriti pietismi e protezionismi animalisti, senza nessuna giustificazione sul piano scientifico, con la pretesa di essere le uniche filosofie di vita in grado di salvare il pianeta dal degrado ambientale.
Chi, come noi cacciatori, pratica ancora un’attività, fra le più umane dell’intera storia antropologica, viene criminalizzato e additato al pubblico ludibrio. Noi siamo consapevoli della necessità che la caccia, oggi, vada gestita in maniera assolutamente rigorosa perché la fauna selvatica non è una risorsa inesauribile, e deve essere in tutti i modi tutelata e conservata.
Non certo riducendo sempre più tempi e specie, considerando, come obiettivo ultimo, la chiusura della caccia, come la panacea di tutti i mali.
Mi duole dover constatare che fra questi nuovi “ maitres a penser” i più oltranzisti abitano l’universo femminile istituzionale ( v. Prestigiacomo e Brambilla ).
Sappiamo, fortunatamente per noi, che non è il caso della Dott.ssa Spano.
Conoscendo il suo prestigioso curriculum accademico, Lei, come donna di scienza ci rassicura.
Vogliamo pertanto considerare l’ultimo calendario venatorio solo un brutto incidente, dovuto ai fisiologici tempi di assestamento istituzionale di ogni nuovo governo regionale, come la giunta Pigliaru in questo caso.
Non vorremmo restare delusi per l’ennesima volta in tutti questi anni.
La saluto pertanto cordialmente, con tutto l’orgoglio del mio cognome, trasmessomi da quell’ineguagliabile cacciatore e gentiluomo che era mio padre.
San Gavino Monreale, lì 11 aprile 2015.
Marco Spano