Da oggi è possibile firmare on-line la petizione popolare sulla caccia in Sardegna. clicca sul link sottostante e firma! Ormai è un classico che si ripete costantemente: la data della pubblicazione del calendario venatorio è un avvenimento tanto atteso dai cacciatori sardi ma, come ogni anno, subito dopo la sua pubblicazione, blog e community sulla caccia vengono sommersi da post che esprimono rabbia e delusione per il suo contenuto. Lo sconcerto quest’anno è stato ancora maggiore, a causa delle false illusioni che erano state provocate dalla “leggina” che prometteva la caccia in deroga nel mese di febbraio e che aveva fatto ben sperare per il futuro. Questa stagione invece sarà caratterizzata da una situazione di instabilità ancora maggiore a causa di una postilla apparsa sul calendario venatorio che addirittura mette in dubbio la legittimità della caccia al tordo nel mese di gennaio! L’articolo 15 del calendario recita: “Sono fatti salvi gli adeguamenti che si dovessero rendere necessari per il rispetto delle risultanze dell’intesa Stato Regioni in materia di calendari venatori o in caso di mancato accordo per il rispetto delle date indicate nel documento Key concepts.” Ma cosa sono i Key concept? I KC sono delle direttive che stabiliscono le date di migrazione pre-post nuziale e relativi periodi riproduttivi delle singole specie, vietando l’attività venatoria in tali periodi. Il periodo di caccia attualmente previsto dalla normativa nazionale (dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio) non coincide con le indicazioni contenute nel documento ORNIS della Commissione Europea che prevede una chiusura anticipata al 10 gennaio. Va osservato che ulteriori dati raccolti e trasmessi ufficialmente alla Commissione stessa da parte dell’INFS (oggi ISPRA) confermano l’inizio della migrazione pre-nuziale nella seconda decade di gennaio. Ma nella letteratura scientifica in materia di avifauna migratrice e in particolare del tordo bottaccio emergono però dei dati contrastanti rispetto alla tesi dell’ISPRA: vari autori indicano addirittura la possibilità di allungare la caccia ai turdidi alla prima decade di Febbraio, fermo restando che la data del 31 Gennaio appare quella più politically correct. Ma chi ha veramente ragione?
Si sa, l’attività venatoria è collocata in un quadro normativo piuttosto articolato in quanto vincolato da normative comunitarie, principio ineccepibile, ma trovo estremamente grave basare le scelte che riguardano un argomento così delicato solo sulla base di studi scientifici spesso in contrasto tra loro e che soprattutto poco hanno a che fare con la Sardegna.
Nella nostra Isola i problemi dovuti alla cattiva gestione non riguardano esclusivamente la fauna migratrice, infatti, attualmente, a vivere in uno stato di quasi totale indifferenza sono anche i grandi ungulati protetti: il cervo sardo, il muflone sardo e il daino. Queste delicate entità animali hanno sfiorato l’estinzione attorno agli anni ‘70 ma oggi, dopo un lungo periodo di ripresa, stanno finalmente colonizzando di nuovo gli areali occupati un tempo. La fauna selvatica è un bene di proprietà indisponibile dello stato che le Regioni e Province devono gestire e tutelare. Il primo passo per poter gestire al meglio una determinata popolazione di animali è studiarla al fine di individuare la migliore strategia finalizzata alla conservazione delle capacità di rigenerazione naturale della specie, con lo scopo di mantenere nel tempo le caratteristiche quantitative e qualitative desiderate. L’immobilismo dei nostri enti pubblici in questo settore è particolarmente grave, non fare nulla non è un corretto metodo di gestione!
Queste argomentazioni ci hanno spinto a scendere in campo fattivamente per difendere gli interessi della caccia. In accordo con L’Unione Cacciatori di Sardegna abbiamo individuato le richieste più urgenti che vorremmo rivolgere al mondo politico. Per far sì che qualcuno ci ascolti dobbiamo essere uniti e sottoscrivere all’unanimità la petizione popolare che abbiamo stilato. Ci fermeremo alla quota di 45.000 firme, il numero dei cacciatori sardi.
PETIZIONE POPOLARE
Vista la mancanza quasi totale di gestione del patrimonio faunistico sardo e considerata la carenza di studi e censimenti indispensabili per la valutazione di un corretto piano di gestione della fauna migratrice e stanziale, compresi il cervo sardo, il muflone sardo e il daino
chiediamo:
1. L’avvio di programmi di studio su scala regionale riguardanti l’avifauna e gli ungulati presenti in Sardegna;
2. l’avvio da parte delle province dei corsi per coadiutori nell’attività di controllo e gestione della fauna selvatica;
3. Una maggiore attenzione per le problematiche relative alla caccia per garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico ed ambientale dell’Isola, come gia avviene nel resto d’Europa, nel rispetto delle Direttive comunitarie e delle nostre tradizioni venatorie.
Per firmare scarica il modulo che trovi in allegato, compilalo e invialo a redazione@arsvenandisardegna.it
Se vuoi contribuire anche tu puoi stampare il file e raccogliere le firme e spedirlo via fax al numero 0782/349240 oppure inviare all’indirizzo: Sardinia Photo Event Via Nazionale 12 08040 Ilbono OG scarica il modulo