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Doppiette galluresi in rivolta

MONTI. Approda in Regione con un’interrogazione dei consiglieri regionali Fli Matteo Sanna e Ignazio Artizzu la richiesta di istituzione di una nuova azienda agrituristico venatoria nell’agro di Berchidda da parte di un imprenditore agricolo locale, contro cui si è già sollevata la protesta di centinaia di cacciatori di Berchidda e Monti e del Comitato faunistico comunale di Monti. Raccogliendo il malcontento delle doppiette, in rivolta perchè il via libera all’ennesima azienda agrituristico venatoria sottrarrebbe loro una porzione importante di territorio per l’esercizio della caccia libera, Sanna e Artizzu, chiedono agli assessori regionali all’Ambiente e all’Agricoltura di «sospendere l’iter per l’istituzione della riserva Su Paschidolzu». I due consiglieri evidenziano come la zona oggetto della richiesta confini da un lato con un’altra azienda agrituristico venatoria e dall’altra col demanio forestale di Monte Olia: l’attività venatoria libera non potrebbe, quindi, essere esercitata in nessuna delle tre aree. «L’autorizzazione di questa ennesima azienda – scrivono nell’interrogazione – priverebbe il transito e l’esercizio venatorio dei cacciatori, pur titolari di pari diritti, non potendo accedere nè all’azienda Pedra E Nae, nè a quella oggetto di conferenza di servizi, e nemmeno al demanio forestale di Monte Olia». Ma elencano anche una lunga serie di motivazioni per le quali chiedono lo stop dell’iter: la mancata convocazione alla conferenza di servizi indetta dal comune di Berchidda dei centri vicini di Monti, Telti, Calangianus e Oschiri che fruiscono delle zone oggetto di concessione, il mancato rispetto delle percentuali di occupazione delle aziende sul territorio previste dalla normativa, e la presenza di un prezioso territorio boschivo, ricco di specie animali «mentre – rimarcano i due esponenti Fli – si vorrebbe far credere al Comitato faunistico che i terreni siano brulli, pianeggianti e privi di selvaggina». Ultima motivazione, forse la più importante, certamente la più delicata, è l’aspetto relativo all’ordine pubblico. «Se venisse concessa l’autorizzazione all’istituzione dell’azienda agrituristico venatoria, infatti, tutti i territori comunali di Berchidda verrebbero sottratti alla libera caccia, con presumibili sconfinamenti dei cacciatori in altre aree frequentate abitualmente da altre compagnie di caccia grossa, anche di altri paesi».

www.lanuovasardegna.it

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