L’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana ricorda ai cacciatori, comunque organizzati, che entro e non oltre il prossimo primo giugno va comunicato ai Servizi veterinari della Asl e alla Stazione Forestale e di Vigilanza Ambientale competenti per territorio il nominativo del cacciatore referente per l’esercizio della caccia al cinghiale. Vanno inoltre comunicati l’indirizzo e la località e, qualora di difficile individuazione attraverso le coordinate Gps, il luogo dove verranno raccolti i cinghiali abbattuti per essere eviscerati, sezionati e stoccati. Si ricorda che tali luoghi non potranno assolutamente essere situati presso aziende suinicole.
Buone pratiche di caccia contro la Psa. Le prescrizioni, valide per tutto il territorio regionale, rientrano nel Piano di intervento più ampio elaborato dall’esecutivo Pigliaru per sconfiggere la PSA nell’Isola. “Collaborare e interagire con i cacciatori – ha spiegato il responsabile dell’Unità di progetto e direttore generale della presidenza della Regione, Alessandro De Martini – è un passaggio fondamentale per mappare e avere un quadro della presenza della malattia fra i cinghiali. Un lavoro da condurre attraverso i prelievi effettuati sugli animali abbattuti e consegnati alle Asl competenti. Sul versante della formazione si fa un passo avanti – ha aggiunto De Martini –. Mettendo a sistema alcuni obblighi igienico sanitari si riduce enormemente la possibilità di diffusione della Psa attraverso i cinghiali e il selvatico in generale. Un esempio fra tanti riguarda la macellazione: non sarà più permesso trattare gli animali abbattuti in mezzo alla campagna, abbandonando le viscere dove capita, ma lo si potrà fare in punti prestabiliti, di cui verranno informati gli organi competenti, e dove si smaltiranno secondo le norme di legge i resti derivanti dalla macellazione”, ha concluso il responsabile dell’Udp.
Obblighi nei macroareali infetti da PSA nel selvatico. Impegni più specifici riguardano i cacciatori che svolgono attività venatoria nelle aree infette da Peste suina africana nel selvatico. Sempre entro l’1 giugno i cacciatori dovranno nominare un referente per l’esercizio della caccia al cinghiale che ha il dovere di garantire il rispetto delle prescrizioni sanitarie e gestionali contenute nel quarto provvedimento elaborato dall’Unità di progetto e consultabile, insieme ai suoi allegati, al seguente link: http://goo.gl/ddYSnj Il cacciatore referente dovrà quindi trasmettere, entro tale data, ai Servizi veterinari della ASL e alla Stazione Forestale e di Vigilanza Ambientale competenti per territorio una formale richiesta di deroga al divieto di caccia, previsto per questi macroareali infetti. Il referente dovrà inviare cartografia dell’area di caccia, con indicazioni del Comune, o elenco dei Comuni, dove verrà praticata e il luogo dove verranno raccolti i cinghiali abbattuti per essere eviscerati, sezionati e stoccati. Entro l’1 giugno di ogni anno il referente dovrà infine comunicare l’elenco dei cacciatori, dei battitori e di tutte le persone che fanno parte a diverso titolo del gruppo di caccia organizzato.
Corsi di formazione obbligatoria. È iniziata lo scorso 3 maggio, sotto il coordinamento dell’Agenzia regionale Laore, la formazione obbligatoria per tutti i referenti per l’esercizio della caccia al cinghiale in Sardegna, per i titolari di aziende agrituristiche venatorie (Aatv), Zone addestramento cani (Zac), allevamenti di cinghiali a scopo di studio e ripopolamento e per i presidenti delle zone in concessione per l’esercizio della caccia autogestita. I corsi, di circa due ore, verteranno sui nuovi adempimenti previsti dal 4° provvedimento elaborato dall’Unità di progetto per l’eradicazione della Psa. La formazione farà tappa in diversi territori dell’Isola e si concluderà il prossimo 31 ottobre 2016.