Patto tra il Comando provinciale dell’Arma e la Lipu per contrastare la caccia di frodo nel sud Sardegna. Denunciati 17 uccellatori.
«Vogliamo colpire una pratica crudele e illegale partendo dagli attori principali, i bracconieri, per poi intervenire sull’intera filiera, comprese le attività di vendita e la ristorazione. Ma non solo. Per raggiungere i giusti risultati serve un costante lavoro culturale e pedagogico, operando nelle scuole per far capire ai giovanissimi cosa realmente provochi il bracconaggio». È una vera e propria dichiarazione di guerra quella annunciata dal colonnello Michele Sirimarco, responsabile del Comando provinciale dei carabinieri di Cagliari, contro la caccia di frodo nel sud Sardegna, dal Basso Sulcis alle montagne del Sarrabus.
L’ACCORDO Una guerra cominciata dopo il patto d’alleanza sottoscritto tra l’Arma e la Lega italiana protezione uccelli (e voluto in prima persona dal generale Luigi Robusto, responsabile del Comando regionale) che tra la primavera scorsa e questi giorni ha ottenuto i primi importanti risultati. Diciassette uccellatori individuati e denunciati tra Capoterra e Assemini, uno è stato arrestato a Domus de Maria per possesso di fucile con matricola cancellata, 9 mila le trappole rimosse, 20 le reti smontate. Così come distrutti sono stati numerosi lacci per la cattura di cervi, cinghiali e gatto selvatico, mentre 65 volatili sono stati trovati ancora vivi e poi liberati.
Un lungo lavoro d’indagine fatto di appostamenti, pedinamenti, sistemazione di micro-telecamere tra la vegetazione che ha anche permesso di intercettare il responsabile dell’aggressione a colpi di pietre contro il vicepresidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria, avvenuto il 19 novembre durante uno dei campi anti bracconaggio. L’Ambientalista venne ferito ad un piede. Ora S.P., 37 anni di Capoterra, è stato bloccato nella zona di S’Arcu S’Enna da Craba durante un appostamento. Aveva addosso, nascosti nel gilet, 25 uccelli tra tordi, pettirossi e cince con i capi di crine e nylon ancora stretti al collo, ma anche una fionda per il lancio di grossi sassi.
IL COLONNELLO «L’attività di controllo svolta insieme alla Lipu rispecchia la vocazione dell’Arma – ha spiegato il colonnello Sirimarco – le nostre stazioni sono gli organismi più adatti, per la loro distribuzione capillare e la relazione che hanno col territorio, anche a far crescere una maggiore sensibilità verso questi temi». Un progetto di repressione ma anche culturale. Di valorizzazione delle risorse ambientali e faunistiche così come educativo e pedagogico visto che Lipu e carabinieri inizieranno da quest’anno una serie di conferenze e incontri nelle scuole primarie del Basso Sulcis e Sarrabus.
«Come Lega – spiega il vicepresidente Mamone Capria – vogliamo dare un messaggio forte perché la nostra battaglia contro il bracconaggio diventi patrimonio comune. Il caso Sardegna, con l’alleanza sottoscritta con l’Arma, vogliamo diventi un trampolino di lancio per l’avvio di altre esperienze analoghe nel resto d’Italia, a cominciare dalla Sicilia». Per il responsabile del campo anti bracconaggio Basso Sulcis, Giovanni Malara, «l’attività consentirà di ridimensionare in tempi brevi i gravissimi danni che l’uccellagione , fenomeno spesso sottovalutato, determina al patrimonio faunistico dell’Isola. Quest’anno l’attività sarà potenziata anche grazie al sostegno della nostra sezione inglese».
IN TRIBUNALE La Lipu annuncia l’intenzione di costituirsi parte civile nei processi contro i bracconieri. Ma anche di intervenire presso il Gogerno per l’inasprimento delle sanzioni penali per il reato di uccellagione. Magari sfruttando l’articolo 727 del codice penale sul maltrattamento degli animali per configurare il metodo di cattura degli uccelli dove gli animali restano per ore paralizzati in attesa di una crudele morte.
ANDREA PIRAS
www.unionesarda.it