I pallini d’acciaio – Ars Venandi
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I pallini d’acciaio

Introduzione dei pallini in acciaio e cartucce non tossiche nella pratica venatoria di Andrea Cortis (Armiere)
Il problema dell’avvelenamento da piombo negli acquatici è stato avvertito negli USA da circa 40 anni, ma solo all’inizio degli anni ’70 si è iniziata una ricerca seria per eliminare questo tipo di inquinamento, in particolare nelle zone con alta concentrazione di cacciatori.
Alcune specie di anatre, che raccolgono piccoli semi sul fondo di stagni ed acquitrini, finiscono per ingerire anche pallini di piombo con esito quasi sempre letale in tempi più o meno lunghi.
Sono stati invero fatti tentativi di immettere nel piombo sostanze atte a ridurne la tossicità o di proteggere il pallino stesso con diversi tipi di copertura (nichel, rame, ecc. ecc.). I processi digestivi degli animali riuscivano però a distruggere il manto protettivo e i diversi additivi chimici potevano soltanto ritardare gli effetti tossici del piombo, ma non eliminarli.
A metà degli anni ’70 comparvero, in America, le prime cartucce originali caricate con pallini in acciaio, ma presentavano non solo problemi di natura balistica e di sicurezza, ma creavano altresì tantissimi ferimenti degli animali, anche a ridotte distanze di tiro, cosicché il rimedio al problema era decisamente peggiore del male.
Ad anni di distanza sono stati fatti passi in avanti al fine di proporre cartucce in grado di soddisfare sufficientemente sia le esigenze balistiche che quelle di letalità.
Direttive Internazionali
I pallini in piombo sono destinati ad essere proibiti in virtù dell’adesione della Repubblica Italiana all’accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici stipulati all’Aja il 15 agosto 1996. L’accordo, recepito con L. 6 febbraio 2006 n. 66, sta progressivamente entrando in vigore e sarà quindi vietato cacciare con pallini di piombo nelle zone umide (aree di caccia marittime, paludi e acquitrini
non bonificati, fiumi, canali, stagni, specchi d’acqua erisaie) e con gradualità anche nelle zone a protezione speciale (ZPS).
Già da alcuni anni anche nei paesi europei si è iniziato a cacciare con cartucce caricate a pallini in acciaio, recentemente la Francia si è adeguata alle nuove normative ed entro il 2010 tutte le restanti nazioni aderenti al patto dovranno adeguarsi a tale direttiva.
Naturalmente non è stato valutato solo l’acciaio come alternativa al piombo, ma anche una serie di metalli o leghe come lo zinco, il bismuto e il tungsteno, ma questi materiali pur essendo potenzialmente validi ed atti allo scopo, male si adattano ad un mercato di massa in quanto è abbastanza improponibile il rapporto prezzo-qualità rispetto all’acciaio.
Le prime conseguenze
È evidente come un cambiamento così radicale necessiti di una educazione del cacciatore rivolta ad una conoscenza dei materiali per un buon uso del fucile, di una corretta scelta delle cartucce, del diametro dei pallini e di una sicurezza che rispetto all’utilizzo del piombo dovrà essere ancor più perseguita e mirata. Si deve anche essere a conoscenza dei nuovi limiti di tiro (distanze) per evitare tiri troppo lunghi e inefficaci che finirebbero per provocare solo un maggior numero di animali feriti.
Si dovrà quindi portare questo tipo di caccia non solo ecologicamente più compatibile ma rispettosa dell’animale anche nell’abbattimento a tutto guadagno di una maggiore etica sportiva.
Il maggiore problema di natura balistica che si presenta con i pallini in acciaio, è il relativamente basso specifico che provoca, riducendo la densità sensazionale, una minore capacità di penetrazione sia nell’aria che nel corpo selvatico.
Il peso specifico del pallino in acciaio (in verità ferro dolce a bassa durezza) è di circa 30{92dce438c795f1a06f7ba1ca02a686d07c7097ced88756a63b00584505aa4d25} inferiore a quello del piombo e la durezza è di gran lunga maggiore.

Acciaio
Piombo
peso specifico
7,84 (- 30{92dce438c795f1a06f7ba1ca02a686d07c7097ced88756a63b00584505aa4d25})
11,3
durezza
90-100 HV
20-25 HV

La maggior leggerezza dei pallini in acciaio determina problemi di caricamento delle cartucce. Infatti proprio per la differenza di peso specifico la carica con pallini in acciaio necessità di uno spazio maggiore all’interno del bossolo con la conseguenza di ridurre lo spazio restante per la polvere e la borra che dovranno necessariamente essere in natura e strutturalmente diverse da quelle impiegate nelle cartucce tradizionali.
È evidente come debba cambiare il concetto del caricamento della cartuccia alfine di ottimizzare i parametri balistici quali la pressione all’interno delle canne, la velocità dei pallini, il tempo di percorrenza dei pallini all’interno della canna, il rinculo dell’arma (o meglio la sensazione del rinculo sulla spalla del tiratore) e una energia che non ecceda i limiti di sicurezza dell’arma stessa.
Tutti questi parametri devono essere armonizzati tra loro per garantire una buona sicurezza dell’arma e una sufficiente letalità nel colpire la selvaggina alle logiche distanze di tiro (che dovranno essere necessariamente inferiori a quelle abituali e comunque mai superiori ai 30 mm).

Armi: le regole per essere in regola
I possessori di licenza di porto d’armi o di nulla osta cosa possono comprare o possedere? Chi entra in possesso di armi da privati o per eredità deve essere titolare di licenza? In questo delicato settore le informazioni non sono mai troppe visto i numerosi quesiti che i cittadini ci rivolgono. Per questo gli esperti della polizia cercano di rendere la materia sulle più chiara.
Innanzitutto prima di detenere un’arma dobbiamo comprarla e per fare ciò la legge ci impone il possesso di una autorizzazione di polizia: Licenza di porto d’armi o Nulla osta. Serve a chi la riceve in eredità o da un privato.
Una volta acquisita l’arma o le munizioni, queste devono essere immediatamente denunciate in Questura, in Commissariato, o in mancanza, alla Stazione dei Carabinieri.
Pertanto è opportuno chiarire che il Porto d’armi e il Nulla osta permettono l’acquisto, il trasporto e la detenzione dell’arma e delle munizioni mentre la denuncia è una comunicazione obbligatoria per informare l’Autorità di pubblica sicurezza dove le armi e munizioni verranno custodite.
Il possesso di Licenza di porto d’armi o di Nulla osta, può comprare e detenere:
– 3 armi comuni da sparo;
– 6 armi classificate ad uso sportivo sia lunghe che corte;
– un numero illimitato di fucili e carabine con calibro non inferiore a 5.6 mm con “bossolo a vuoto” di altezza non inferiore a 40 mm cioè sono quelle classificate da caccia (art. 13 della legge 157 del 1992);
– 8 armi complessive tra: antiche di importanza storica prodotte prima del 1890 o con avancarica, originali; artistiche che presentano particolari finiture o fattezze come ricami in oro o pietre preziose; rare che siano in numero limitato di esemplari – può esserlo anche la singola arma legata ad un particolare evento o personaggio storico (D.M. 14 aprile 1982);
– 200 cartucce per arma comune (art. 97 Regolamento TULPS);
– 1.500 cartucce per fucili da caccia (art. 97 Regolamento TULPS);
– 5 chili di polvere da caricamento.
Il trasporto e il porto d’arma
Per trasporto si deve intendere lo spostamento delle armi fuori dalla proprietà privata, senza averne la disponibilità all’uso (es. l’arma chiusa nel portabagagli); solo i titolari delle licenze di porto d’armi per difesa personale possono, invece, portare l’arma per farne uso.
I titolari di porto di fucile uso caccia sono legittimati a farlo solo per andare a caccia (ovviamente, in questo caso, il porto è limitato alle sole armi da caccia).
Il titolare di un nulla osta è autorizzato a trasportare l’arma solo dal luogo di acquisto a quello di detenzione, mentre chi ha un qualsiasi porto d’armi può trasportare fino ad un massimo di 6 armi contemporaneamente senza vincoli di orario o di percorso.

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