I residenti finora hanno avuto solo guai dalla nascita della riserva terrestre e stanno seriamente meditando di chiamarsi fuori.
Oramai sono come i cani randagi, si aggirano tranquillamente per le vie della borgata e fanno irruzione nei cortili privati, in cerca di cibo. L’emergenza cinghiali a Maristella, frazione agricola nel cuore di Porto Conte, rischia di trasformarsi in una rivolta popolare contro il parco. Perché i residenti finora hanno avuto solo guai dalla nascita della riserva terrestre e stanno seriamente meditando di svincolarsi dall’area sottoposta a tutela istituita nel 1999.
INVASI DAI CINGHIALI Il problema è la proliferazione della fauna selvatica, specialmente dei cinghiali, il cui numero è aumentato vertiginosamente in pochi anni, nonostante le campagne di riduzione promosse dai vertici dell’azienda speciale, in collaborazione con Università e Ente foreste. Gli ungulati devastano le coltivazioni e gli indennizzi alle vittime non soltanto non arrivano puntuali, ma riescono a coprire appena il dieci per cento dell’entità economica del danno subito.
Campi distrutti e decine di incidenti stradali sono causati dagli improvvisi e frequenti attraversamenti dei cinghiali. Il presidente del comitato di Maristella, Tonina Desogos, ha fatto sapere che quasi tutte le famiglie della borgata si sono trovate coinvolte in scontri più o meno gravi, in macchina o in moto.
INCIDENTI STRADALI Il posizionamento della segnaletica di pericolo, accusano i residenti, è solamente un modo come un altro per scaricare la responsabilità sugli automobilisti.
Gli abitanti di Maristella suggeriscono quindi di incrementare l’utilizzo della gabbie per la cattura, collocandole anche nei terreni privati. Il management del parco ha già annunciato, entro la prossima settimana, un incontro con i rappresentanti dei cittadini della borgata. Il presidente Francesco Sasso e il direttore Vittorio Gazale, spiegheranno nel dettaglio quali iniziative intendono assumere per risolvere il problema, ma sono disposti a raccogliere eventuali suggerimenti. Già negli anni passati, per ridurre la popolazione dei cinghiali, era stata autorizzata la caccia nella riserva. Un provvedimento che è stato ripetuto anche per il 2010 e coinvolge i cacciatori della zona.
ABBATTIMENTO A breve, inoltre, partirà un corso per operatori specializzati nella selezione dei capi in eccesso. Secondo le ultime stime la presenza degli ungulati risulta quattro volte superiore al normale. I dati riferiscono di un numero di individui pari a dodici capi ogni cento ettari quando la media si dovrebbe aggirare sui tre o al massimo quattro individui.
CATERINA FIORI
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